18 Giugno 2023

Berlusconi non c'è più

Si è spento pochi giorni fa un uomo straordinario. Scrivere di lui è molto difficile, anche perché sappiamo molto di quello che ha fatto, ma poco di quello che era veramente, credo che neanche la sua famiglia possa raccontare di lui tutto, era acceso 20 ore al giorno per 365 giorni l’anno e così lo è stato per 60 dei suoi 86 anni.
In questi giorni ho letto articoli e sentito commenti molto belli, di persone che gli sono state vicino, quindi, per non essere semplicistico e banale, mi limiterò a raccontare di lui quando divenne mia fonte d’ispirazione, nel momento in cui decisi di intraprendere il lavoro di agente immobiliare. Era l’estate del 2000, quando, tornando da Udine al termine di un viaggio di lavoro, mi fermai a cena in Brianza, da nuovi amici che lavoravano nel settore dell’edilizia, i quali, con parlata milanese e cadenza un po’ alla "Berlusca", mi chiesero se volevo lasciare la mia attività per aprire un’agenzia immobiliare con loro a Novara.
Il giorno dopo, guardando la TV, ascoltai un aneddoto raccontato proprio da Silvio Berlusconi, che, molto simpaticamente, ricordava l’acquisto del suo primo terreno, fatto subito dopo essersi laureato, utilizzando tutta la liquidazione del padre.
Avendo investito i sacrifici di una vita del padre, raccontò che fu per lui un’enorme responsabilità, che assunse però con piena convinzione di ciò che avrebbe raggiunto, ma anche con grande rispetto, infatti da quel momento non sperperò una sola lira di ciò che aveva ricevuto, impegnandosi sin dal primo istante, personalmente, ad allestire il primo ufficio cantiere, posizionato nell’area sulla quale sarebbe sorta la sua prima edificazione.
La classica “baracca di cantiere”, che oggi ormai chiamiamo “Store o Showroom”, che lui stesso allestì e verniciò per renderla più accogliente per i clienti che si sarebbero presentati. In quel caso ciò avvenne troppo presto: mentre stava lavorando di pennello, arrivò una coppia di signori interessati ad acquistare una casa e lui dovette correre a cambiarsi, presentandosi poco dopo nella stessa baracca che stava poco prima verniciando, nelle vesti non più di imbianchino ma di imprenditore.
Non so se la storia sia stata romanzata, lui era molto bravo anche in questo, ma mi ricorda quando aprii la mia prima agenzia immobiliare in Piazza Puccini a Novara: avevo già apposto i primi cartelli in vetrina, con le proposte di immobili in vendita, l’entusiasmo era alle stelle, ma l’ufficio non era ancora pronto, mancava una parte degli arredi e l’imbiancatura del piano interrato, la stanza delle trattative.
Erano nove metri quadrati al piano terra e poco di più sotto, quindi da arredare c’era davvero poco, ma l’attenzione per i dettagli era per me molto importante, avevo appena lasciato un lavoro certo e anche appagante nel campo della moda, per buttarmi in questa avventura, non potevo sbagliare!
Certo, non avevo dovuto utilizzare la liquidazione di mio padre, che ancora lavorava, ma dovetti conquistare la fiducia dei miei genitori, che in quel momento per me era molto più importante, tanto quanto la rete protettiva ai piedi dei trapezisti del circo; non ricevetti nessun contributo economico, ma morale ed emotivo sì! Dovevo ricambiare, mettendoli tranquilli nel più breve tempo possibile.
Ed è proprio mentre verniciavo quel piano interrato che entrò in ufficio il mio primo cliente. Non ebbi il tempo di cambiarmi, riuscii a malapena ad asciugarmi il sudore e a rendermi presentabile, ricevetti le persone al tavolo del piano terra e fissai il mio primo appuntamento di vendita.
Quel volere mettermi in gioco in tutto e per tutto, fin dal primo momento, fu per me la spinta che mi ha poi portato negli anni a realizzare il progetto Artekasa Immobiliare, oggi prima agenzia immobiliare come fatturato, della città di Novara.
Nulla, neanche minimamente avvicinabile a quello che ha realizzato l’uomo incredibile che ci ha appena lasciato, dal quale negli anni ho poi avuto modo di imparare molte altre cose senza averlo mai conosciuto personalmente, figuriamoci chi ha avuto l’opportunità di frequentarlo: immagino sia stato un master continuo.
Sono davvero tante le cose che sto leggendo e sentendo su di lui in questi giorni, quasi a voler rimettere in discussione ciò che è stato o non è stato, ma credo che adesso, in questo momento, debba parlare solo chi le ha realmente vissute; il mio vuole essere un semplice ricordo e omaggio a una persona che oggi non c’è più, che va rispettata e che è stata molto probabilmente una delle più importanti e significative della storia del nostro Paese.
Personalmente, sono convinto che resterà molto di Silvio Berlusconi e che alla fine non se ne sia andato veramente, uomini come lui, nel bene o nel male, anche per chi la pensa diversamente, lasciano un segno indelebile nella storia, come quanto accaduto nella fotografia che ho scelto per questo mio articolo.
Ciao Silvio! 

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