Venerdì 12 dicembre 2025, al Castello Sforzesco di Novara, è stato presentato il Bilancio di Mandato 2020–2025 della Camera di Commercio: un momento che, più di altri, mi ha fatto fermare a guardare indietro e a realizzare quanta strada sia stata fatta in cinque anni. Non solo in termini di progetti e numeri, ma anche di responsabilità, scelte, relazioni e lavoro quotidiano.

Siamo partiti nel 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria. C’era un clima strano: distanza, incertezza, imprese in difficoltà e la sensazione che tutto potesse cambiare da un giorno all’altro. Eppure, già allora, avevamo davanti un obiettivo grande e non rinviabile: UNIRE.
Era stato stabilito dallo Stato che le Camere dovessero razionalizzare, con tempi definiti per raggiungere l’accorpamento. Era un passaggio delicatissimo: significava mettere insieme territori diversi, prassi amministrative diverse, identità diverse. E il fatto che il risultato sia stato raggiunto non era affatto scontato.

Lo si deve alla capacità politica del Presidente Fabio Ravanelli, alle doti amministrative delle Direzioni Generali e al grande senso di responsabilità di chi ha lavorato a questo processo, senza mai far venire meno l’attenzione e l’attaccamento ai territori di Novara, Biella, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. Quando un’unione si realizza, la sfida non finisce lì: comincia dopo. Perché poi c’è da allineare procedure, strumenti, organizzazione, persone. E qui voglio riconoscere un merito importante alla nuova Direzione Generale: è stato fatto un lavoro magistrale, che ha permesso ai dipendenti di non sentirsi “smarriti”, di continuare a lavorare nel proprio ruolo con meno disagi possibili e, in diversi casi, anche con un’efficacia migliore di prima.

Sono cose che non fanno rumore ma fanno la differenza. Perché quando la struttura regge, i servizi arrivano davvero alle imprese.
In questi cinque anni sono state tantissime le attività di analisi e studio che hanno portato a delibere operative: interventi di sistema e misure di sostegno alle aziende del territorio.
E qui lo dico con sincerità: è stata la parte che mi ha entusiasmato di più. Da imprenditore, poter contribuire, anche solo in parte, alla definizione di contributi diretti e indiretti a sostegno delle imprese mi ha dato un forte senso di responsabilità, ma anche una soddisfazione concreta. Perché quando sai cosa significa “stare sul mercato” ogni decisione che aiuta davvero le aziende assume un peso diverso.

Accanto alle misure economiche c’è stato un lavoro continuo su formazione e orientamento e anche su promozione turistica nazionale e internazionale. Attività che hanno richiesto visione e pazienza e che hanno coinvolto partner istituzionali non solo di altre regioni, ma anche di altri Paesi. Sono percorsi che non si esauriscono in un evento o in una singola iniziativa: sono semi piantati nel tempo, che aiutano un territorio a diventare più forte, più preparato e più riconoscibile.

Tra le cose che porto con piacere in questa esperienza c’è anche il contributo che ho potuto dare per ottimizzare la locazione degli spazi della Camera di Commercio di Novara, oggi occupati dall’ufficio tecnico del Comune. Sono aspetti magari meno visibili ma importanti: perché migliorare l’uso degli spazi significa efficienza, ordine e buon senso nella gestione delle risorse.

Un altro elemento che mi ha fatto apprezzare davvero questo percorso è stato il livello di competenza dell’organo direttivo e di tutti i dipendenti che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. È vero: chi amministra un bene pubblico ha (giustamente) uno stile rigoroso, a tratti austero, ma dentro quel rigore ci sono stati anche momenti di leggerezza e convivialità che hanno reso il lavoro più umano e, paradossalmente, anche più efficace.

Chiudo questo mandato con gratitudine e con la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza vera, fatta di lavoro, responsabilità e scelte concrete. Ringrazio ancora Confcommercio Alto Piemonte per la fiducia: è stato un onore contribuire, anche solo in parte, a questo primo lustro della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte.
Ora si volta pagina, ma porto con me relazioni, insegnamenti e la certezza che il territorio cresce quando si lavora insieme, con serietà.