Come ogni finire d’anno il quotidiano economico Sole 24 Ore pubblica l’indagine sulle città italiane, la classifica che, secondo 90 diversi parametri, designa i capoluoghi per la miglior qualità di vita.
Questa 34esima edizione vede Udine al primo posto, seguita da Bologna e Trento. Da convinto sostenitore della mia città, cerco Novara e scorrendo scorrendo arrivo al 42° posto, valore ottenuto da un insieme di indicatori, che spesso non vanno ad incidere direttamente, e con immediatezza assoluta, con la qualità di vita di una città. La Lombardia è la regione italiana più rappresentativa, con addirittura 10 città tra le prime in classifica, eppure è anche una delle regioni più caotiche, ma molto probabilmente il percepito dei suoi abitanti è fortemente condizionato dall’alta qualità dei servizi, che mettono in secondo piano altri aspetti, che secondo me sono molto importanti.

Dunque mi sono chiesto: quali caratteristiche deve avere una città per essere davvero attrattiva, per generare una buona qualità di vita ai suoi abitanti e scalare posizioni in classifica?
Penso che il termine corretto per definire la principale caratteristica sia “smart” perché pur essendo un termine molto usato, a volte anche impropriamente, racchiude in sé un concetto molto importante: l’intelligenza! La città deve tornare ad essere intelligente, deve saper fondere, amalgamare, plasmare le esperienze più significative e belle del passato, con il meglio che le tecnologie possono offrirci oggi, per garantirci un futuro migliore.
Possiamo però dotarci dei migliori strumenti a servizio dell’uomo, adottare qualche scorciatoia grazie ai suggerimenti dell’intelligenza artificiale, ma se non sarà il miglior uomo ad utilizzarli bene per metterli a buon servizio della collettività, otterremo sempre un risultato mediocre. Tutto parte quindi sempre da noi, dall’impegno quotidiano che dobbiamo assumerci, per cercare di essere cittadini migliori, parte di una comunità, che tutta nel suo insieme forma una città.
Impegno del singolo, ma anche grande coesione sociale, che nasce e cresce esclusivamente da un forte senso di appartenenza al sistema in cui si vive, senza la quale ogni progetto, se pur lungimirante e qualitativamente importante, resterebbe fine a sé stesso, privo di quell’energia contagiosa positiva, che innesca virtuosità nel sistema sociale ed economico di una comunità.

Novara ha tutte le caratteristiche per poter scalare questa classifica, ha lavorato molto in questi anni per uscire dallo status di città provinciale aprendosi al mondo, ma è arrivato il momento di pensare alla sostenibilità dell’intero sistema che ha modificato la nostra città negli ultimi vent’anni; si apre una nuova era di ascolto e dialogo tra cittadini, istituzioni e sistema produttivo, per:

fondere, amalgamare, plasmare le esperienze più significative e belle del passato, con il meglio che le tecnologie possono offrirci oggi.

Teniamo pure ben presenti tutti gli indicatori statistici dello studio annuale pubblicato dal Sole, ma non dimentichiamoci che se non vogliamo semplicemente giocare sulla posizione in classifica, ma fare davvero la differenza e innestare un cambiamento positivo strutturale, dobbiamo metterci tutti quanti noi, oltre all’esperienza, anche il cuore.  La città in cui viviamo è lo specchio della nostra cultura, delle nostre abitudini, dei nostri sentimenti.