24 Marzo 2024

Approvata la direttiva europea sulle Case Green

Esattamente un anno fa sulle pagine di questo blog avevamo parlato della direttiva europea in materia di case green e oggi, a distanza di dodici mesi, è stato approvato il testo definitivo per arrivare a zero emissioni di CO2 entro il 2050. Il passaggio sarà graduale con scadenze periodiche che i singoli stati membri dovranno rispettare, soprattutto per la riqualificazione energetica degli immobili e degli impianti di riscaldamento.
L’obiettivo ormai chiaro a tutti è quello di raggiungere ZERO EMISSIONI di CO2 entro 26 anni, E’ PARTITO IL COUNTDOWN!
Per quanto concerne il settore immobiliare, saranno fondamentali programmi sostenibili di riqualificazione energetica degli edifici e di rivoluzione degli impianti di riscaldamento e condizionamento, che dovranno essere sempre più efficienti, con attivazione da remoto e solo in presenza di persone, alimentati esclusivamente da fonti energetiche naturali, come geotermia e fotovoltaico. 

La Direttiva finale è molto più elastica e meno stringente sui tempi di adeguamento per l’edilizia, ma ciò non vuol dire che ci si deve rilassare, sulle nuove costruzioni è necessario che tutti i Comuni adottino provvedimenti, che vadano nella direzione dell’incentivazione della produzione di manufatti sempre più ecosostenibili, favorendo ad esempio una maggior edificazione sia in termini di volume che di altezze massime consentite; ciò permetterebbe alle imprese di rientrare di parte dei costi sostenuti per l’utilizzo di sistemi sempre più avanzati e costosi.
Il mercato immobiliare è stretto in una morsa tra carovita, che impedisce da una parte agli acquirenti di poter rispondere facilmente all’aumento dei prezzi dei nuovi manufatti innovativi e alle imprese edili di contenere i listini, a causa del continuo aumento del costo delle materie prime, degli onerosi costi di costruzione comunali, rivisti in aumento in tantissime città italiane.
Ed è così che fare impresa nel settore edile sta diventando un’operazione sempre più complessa, una sfida che i costruttori e gli investitori accettano volentieri, consapevoli dell’importante ruolo sociale che ricoprono (la casa resta sempre un bene di primaria necessità), ma in cui è necessario fare ordine nel più breve tempo possibile. A Milano si parla già di centinaia di cantieri bloccati non solo per gli abusi edilizi riscontrati sugli interventi stimolati dai vantaggiosissimi bonus fiscali, ma anche a causa dell’aumento dei costi di produzione, che impediscono agli imprenditori e alle banche finanziatrici, di avere la garanzia sul ritorno degli investimenti.

La “direttiva case green” EPBD stabilisce le linee guida che ogni Paese membro della Comunità Europea dovrà seguire per raggiungere le misure necessarie a raggiungere gli obiettivi climatici UE 2050 nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione.
Le novità sostanziali che troviamo sul testo definitivo della direttiva, sono le seguenti:
• Tutti i nuovi edifici dovranno raggiungere un consumo di energia quasi zero (e dal 2028 a emissioni zero). Verranno stabiliti requisiti minimi per tutti quegli edifici che subiscono una ristrutturazione importante.
• Arriverà il “passaporto di ristrutturazione” che dovrà essere redatto in formato digitale da un esperto certificato, con facoltà dello stato di appartenenza nel renderlo obbligatorio o no. Il documento conterrà un preciso capitolato delle opere da eseguire, dei parametri da raggiungere, riportando i benefici attesi in termini di risparmio energetico, riduzione delle spese e delle emissioni di gas serra.
• Verrà introdotta una nuova attestazione di prestazione energetica, più stringente e puntuale sugli indicatori utili al miglior efficientamento dell’edificio.
• Verrà fatto divieto di erogare agevolazioni fiscali per gli impianti alimentati a combustibili fossili, con limitazioni che inizieranno dal 2025 e arriveranno alla limitazione totale nel 2040.
• Tutti i nuovi edifici, con qualsiasi destinazione, dovranno essere a zero emissioni!
L’obbligo partirà dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici.
Ci saranno diverse deroghe che gli Stati potranno decidere di applicare per: gli edifici adibiti a luogo di culto - immobili per utilizzo temporanei non superiore a 2 anni - contesti industriali, officine, depositi, immobili di servizio non residenziali a bassissimo assorbimento energetico - impianti di approvvigionamento infrastrutturale - immobili agricoli non residenziali - edifici residenziali utilizzati meno di 4 mesi l’anno oppure con un consumo energetico  inferiore al 25% di quello presunto annuo - fabbricati indipendenti con superficie calpestabile totale entro i 50 metri quadri.

Questa in estrema sintesi la situazione, la mia paura, come a scuola, è che “si arriverà a fare i compiti la notte prima degli esami”. Noi di Artekasa Immobiliare lavoriamo già da anni per mettere sul mercato immobili a bassa emissione, questo ci permette di avere una buona esperienza a riguardo e di poter selezionare e commercializzare case di nuova costruzione che vanno già nella direzione della direttiva europea.
Qui alcuni esempi: Grifoni Art Life - Porta Sanmartinese - Residenza Di Maggio

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