A dircelo è stato qualche giorno fa “Il Sole 24 ORE”, che, da un’analisi 2023 dell’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate e del Catasto, ha tratto questa importante informazione: in Italia ci sono circa due case ogni tre abitanti, una casa ogni 1,6 abitanti, con una superficie media di 118 mq per abitazione.
Nel nostro bel Paese ci sono 35,6 milioni di abitazioni complessive, il 93% possedute da persone fisiche e in tre province in particolare si individua il rapporto più alto, con più di una casa a testa: Aosta, Sondrio e Savona.
In termini assoluti, le province con il maggior numero di case restano: Milano, Roma e Torino.
Di tutti gli immobili accatastati, nelle diverse destinazioni urbanistiche, circa 86 milioni di particelle, quelli con destinazione abitativa sono oltre la metà del dato e continuano a crescere, frutto della trasformazione di immobili dismessi, produttivi o con destinazione diversa, in nuove residenze.
Residenze nuove appunto, ma con un costo di produzione molto più alto del passato, che in parte diventano nuove case popolari per le quali intervengono investimenti sostenuti anche dai fondi del PNRR e dall’altro case “di lusso” per chi si può permettere l’acquisto di un’abitazione di nuova costruzione; diventa quindi sempre più difficile costruire e vendere immobili con destinazione residenziale in ambiti dove non è possibile utilizzare fondi pubblici o raggiungere valori economici a listino in grado di rendere sostenibile l’investimento.
In sintesi, da una parte i costruttori si trovano costretti a restringere il proprio campo di azione esclusivamente nelle zone dove riescono ad avere un ritorno adeguato del proprio investimento, scartando le aree intermedie, che in passato han sempre dato soddisfazione, permettendo anche al mercato di godere di un’offerta differenziata. Dall’altra il ceto medio, che per ovvi motivi non ha accesso a liste agevolate e non può permettersi “case di lusso”, fa molta più fatica a cambiare casa, trovandosi costretto a contenete le proprie aspettative e a procrastinare l’acquisto.
A farne la spesa saranno anche tutti quei comuni senza alcuna peculiarità turistico ricettiva e con difficile collegamento ai principali centri economici. Qui chi potrà ristrutturare la propria casa lo farà, conservando anche il decoro dei luoghi, diversamente tra qualche anno diventeranno dei veri e propri ghetti e questa è la mia personale interpretazione.
Sono tuttavia ottimista: credo che esistano ancora molte realtà da valorizzare, paesi situati a una distanza ragionevole dai principali centri d'interesse, immersi in splendidi paesaggi rurali e naturali. Se dotati di una connessione internet veloce e ben collegati alle città più efficienti nelle vicinanze, questi luoghi potrebbero trasformarsi in vere e proprie valvole di sfogo per le grandi metropoli, sempre più congestionate e invivibili. Credo che la nuova sfida per le imprese sia quella di creare un formato abitativo efficiente e moderno, in grado di soddisfare il segmento di mercato della classe media, che nei prossimi anni incontrerà crescenti difficoltà nel concretizzare l'acquisto di una casa di nuova costruzione.
Tornando alle informazioni pubblicare sul “SOLE” e raccolte dall’Osservatorio, la casa italiana è grande in media 118 metri quadrati e ha 5,5 stanze, trilocali e quadrilocali, anche se nell’ultimo periodo stanno nascendo tantissimi mono e bilocali per soddisfare le esigenze dettate dalla locazione breve, sempre più incalzante. Nelle grandi città, dove il costo di acquisto è più alto, si posseggono abitazioni mediamente più piccole, sotto i 100 mq. A Milano e Roma ad esempio i mq per abitante sono meno di 60, così come sono inferiori ai 100 mq. le case popolari.
Un dato rilevato alquanto singolare individua le abitazioni più ampie nelle province di Aosta, Sondrio, Verbania, Asti e Belluno; se avessi dovuto arrivarci con un mio ragionamento, avrei individuato questa tipologia più al Sud Italia, dove per decenni i nostri connazionali hanno avuto nuclei famigliari molto numerosi, sicuramente più che al nord.
Con un tasso di natalità del 6,4% in continuo calo e di mortalità del 11,1%, (dati 2023), è evidente che a breve bisognerà ripensare al concetto di casa, più adatta per una popolazione âgé a prescindere dal proprio stato sociale. La vicinanza dei servizi di primo livello diventerà sempre più determinante per la scelta dell’abitazione e l’efficientamento energetico giocherà un ruolo fondamentale per permettere agli italiani di poter vivere in una casa economicamente sostenibile, perché sul tema tassazione purtroppo siamo sempre sotto la spada di Damocle.
In tutto questo contesto in chiara evoluzione, ma difficile soluzione, Novara emerge offrendo una proposta abitativa molto diversificata con soluzioni adatte per ogni tipo di esigenza e accessibili a tutti.
ANDREA LEO
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