E’ da anni che si parla di metter mano ai valori catastali, per rimodulare in maniera equa la fiscalità degli immobili su tutto il territorio nazionale, ma ritengo corretto, prima di rivedere tutto l’impianto, che si mettano in condizione tutti i proprietari di immobili, sull’intero territorio nazionale, di “giocare ad armi pari”.
Non è neanche minimamente pensabile di rivedere le regole che determinano l’imposizione fiscale sugli immobili prima di aver provveduto a far comparire tutti quelli ancora fantasma per il fisco. Immobili totalmente abusivi e non registrati al catasto, così come ampliamenti di edifici parzialmente in regola, evidenti al fisco solo in parte; e non sto parlando della banale veranda o della taverna utilizzata come sala delle feste, ma di situazioni molto frequenti, specialmente nelle località turistiche, che producono anche reddito, ovviamente anche questo invisibile al fisco.

La casa, oltre ad essere un bene primario, è anche un bene rifugio, inteso non come oro o diamanti, non confondiamo le cose, ma nel pieno rispetto dell’etimologia della parola. Per molte persone infatti, specialmente per le fasce di popolazione più deboli e a basso reddito, la casa è un vero e proprio rifugio, una protezione contro ogni tipo di avversità, purtroppo a volte vulnerabile da eventi atmosferici straordinari che ne devastano stato e contenuto. In quest’ottica ci manca solo che si contribuisca scientamente a minarne le fondamenta, con provvedimenti azzardati o anche semplicemente frettolosi; è vero, se ne parla da anni di questo tema, ma è stato fatto qualcosa di concreto per mettere tutti i proprietari di casa nella medesima posizione di evidenza per il fisco? Non è forse meglio partire da qui?

Esistono Comuni italiani dove i valori catastali sono nettamente superiori ai valori di mercato degli immobili, insistono nel tempo situazioni congiunturali che modificano in termini sostanziali, sia a ribasso che a rialzo, il valore di mercato degli immobili, si verificano fenomeni naturali sempre più frequenti che li rendono inagibili, per periodi brevi, lunghi e in alcuni casi anche per sempre; siamo in grado di realizzare un sistema equo che tenga conto di tutte queste variabili e che sia in grado di aggiornarsi costantemente in base al reale valore degli immobili?

Esistono poi anche immobili liberi, che tecnicamente avrebbero un valore “sulla carta”, ma senza mercato, perché ubicati in luoghi in continuo spopolamento: è giusto che quei proprietari paghino una tassa di proprietà, se le amministrazioni locali e lo stato non hanno mai fatto nulla per tutelare e agevolare nuovi insediamenti?
Oggettivamente esistono situazioni imbarazzanti in cui immobili di grande valore commerciale, ubicati nei centri storici delle grandi città, hanno delle rendite simili a quelle di immobili con valori nettamente più modesti posti nelle periferie. Ma se l’abitazione costituisce un diritto, per la sua particolare importanza nella vita dell’individuo, non può di certo essere considerato un lusso e se in alcuni casi magari lo è pure, probabilmente è già stato ben pagato in sede di acquisto, con introiti superiori anche per lo Stato.

Sinceramente e personalmente credo che siano altre le priorità: far emergere tutti gli immobili invisibili al fisco che generano sommerso anche nel mondo delle locazioni, creare regole più stringenti sulle prime case, un immobile utilizzato pochi mesi l’anno non può essere considerato abitazione principale e godere di importanti sgravi fiscali, bisogna favorire la realizzazione di nuovi immobili green per diminuire il costo che lo stato deve  sostenere per combattere l’impatto ambientale… è inutile che tassiamo di più le persone se poi ciò che viene incassato va speso per mettere le pezze a un sistema che non guarda al futuro con coraggio e lungimiranza.