Chi segue assiduamente questo blog ricorderà che in uno degli articoli passati parlai delle motivazioni che spinsero una coppia di clienti, Luisa e il marito Piero, a trasferirsi da Milano, zona Sant'Ambrogio, al centro storico di Novara. Oltre a non essere più solo clienti ma cari amici, oggi non sono più nemmeno milanesi, ma novaresi con passione, per quel trasporto che li ha portati a scoprire nel profondo le tradizioni e la nostra storia, proprio come molti di noi che abitiamo qui da sempre perché novaresi di nascita o per lunga durata come il sottoscritto.
E' stata dunque una bella scoperta per Luisa la lettura del volume di Sebastiano Vassalli, autentico scrittore novarese, dal titolo “TERRA D'ACQUE Novara, la pianura, il riso”: pagina dopo pagina ha assaporato tutto il fascino della nostra terra trovando il testo (edito da Interlinea nel 2005), estremamente attuale, al punto da ritagliarmi e segnalarmi un trafiletto, che riporta un passaggio in cui mi trovo in perfetta sintonia, quando parla del coraggio di cambiare:

“A volte mi sorprendo a pensare a Novara che io non vedrò; alla Novara del futuro. Chissà se la pianura tra Ticino e sesia continuerà a impoverirsi e a diventare sempre più piatta: riso, riso, riso e qualche pioppo canadese. Chissà se dento e fuori i bastioni perverrà il miope conservatorismo di chi vorrebbe che tutto ciò che è vecchio, indipendentemente dal suo valore artistico e storico, venisse conservato, e che il nuovo assomigliasse al vecchio…
Non essendo bellissima come Siena o Mantova, o tante altre città italiane, Novara può aspirare a diventarlo; e la città che io vorrei poter vedere, e che non vedrò, è una città che avrà saputo scommettere su se stessa e rinnovarsi, assecondando con intelligenza il normale evolversi delle cose nel mondo. Tutte le città che sono grandi e splendide nel presente, lo sono perché in un particolare momento del loro passato hanno saputo correre il rischio del nuovo e Novara che non è una città d’arte, che non è un ex capitale, che ha assistito alla scomparsa di quella civiltà contadina di cui essa stessa era figlia, può e deve diventare un’altra città rispetto a quello che è oggi: una città in parte antica e in parte nuova, che affondi le proprie radici nel suo passato e sappia compiere scelte coraggiose per il suo futuro.”

Il mio lavoro di Agente Immobiliare si è intensificato molto negli ultimi anni, specialmente nella vendita di immobili di nuova costruzione, caratterizzati in parte da restauri conservativi di immobili storici, ma soprattutto da architetture innovative e moderne, a volte oggetto di critica perché hanno avuto la “presunzione” di sostituire edifici vecchi senza alcun valore artistico e storico, ma che siccome vecchi, e lì da tempo, qualcuno diceva che dovevano essere conservati.

Il mondo cambia, si intensificano le esperienze, si modificano i gusti, ma l’importante è saper cambiare creando valore, armonizzando il volto della nostra bella Novara con la realizzazione di progetti ambiziosi e generosi non solo per chi ci vivrà all’interno, ma anche verso chi li guarda, un'attività questa che mi appassiona estremamente perché mi dà il privilegio di visionare in anticipo e di poter condividere con i miei partners il futuro, che sarà costruito e messo a disposizione dei miei clienti per farli vivere con maggior benessere.

La ricerca di un miglior benessere abitativo non è solo l’aspettativa di chi cerca una nuova dimora in cui abitare, ma deve essere la prerogativa di ogni architetto, costruttore, venditore; per raggiungere questo obiettivo bisogna avere il coraggio di cambiare paradigma: dobbiamo sostituire il concetto “MQ” con quello di “QS” qualità dello spazio progettato e realizzato.

Grazie Luisa per questo bellissimo spunto di riflessione, che mi ha permesso di ricordare il grande Vassalli.