18 Marzo 2023

Case Green

Da quanto si può apprendere dalla lettura della bozza della direttiva europea sul tema, entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili con destinazione residenziale dei paesi facenti parte dell’UE dovranno raggiungere la classe energetica E, per raggiungere la D entro i tre anni successivi.

Nello specifico:
◾gli immobili residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033;
◾gli edifici con altra destinazione d’uso, dovranno raggiungere la classe E a partire dal 2027 e la D dal 2030;
◾tutti gli edifici di nuova realizzazione, dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.

L’obiettivo della direttiva UE è quello di promuovere la ristrutturazione degli edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di abbattere drasticamente i loro consumi energetici e le emissioni di CO2.

Gli edifici rappresentano in media il 40% del consumo energetico e il 36% dell’emissione di gas nocivi.
L’Unione Europea vuole ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990, per raggiungere successivamente la neutralità climatica entro il 2050.

In Artekasa siamo molto sensibili al tema, infatti abbiamo iniziato a promuovere e a commercializzare residenze in edifici GREEN già dal 2013 ed oggi stiamo lavorando su un nuovo progetto che sposa in pieno la missione dell’UE, rendendo identificabili con il marchio WELL HOME ITALY, tutti gli edifici ad alta efficienza energetica e progettati con particolare attenzione per il benessere della persona.

Ma non possiamo che essere d’accordo con il nostro Governo, l’Italia ha un patrimonio immobiliare molto complesso, che a prescindere dalle esclusioni previste nella direttiva (sono escluse: le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto, le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati), in molti casi diventa molto difficile da efficientare in così poco tempo. Inoltre, in Italia è vero che esistono tantissimi “palazzi storici ufficialmente protetti”, ma esistono anche tantissimi borghi rurali che caratterizzano i territori in cui sono insediati, sui quali diventa impossibile realizzare opere di efficientamento, se non snaturando completamente il contesto.

Inoltre, i tempi ridottissimi che sono stati stabiliti, determineranno una tensione senza precedenti sul mercato, con aumento spropositato dei prezzi, impossibilità di trovare materie prime, ponteggi, manodopera qualificata, ditte specializzate, professionisti, ecc… condizionando negativamente anche il mercato delle nuove costruzioni, come abbiamo potuto purtroppo appurare in quest’ultimo anno e mezzo.

Che si debba avviare uniti e spediti il processo di decarbonizzazione del pianeta, credo sia un tema che sta a cuore a tutti, ma bisogna farlo con buon senso, è impensabile che in così poco tempo si riesca a metter mano a milioni di edifici, con il nostro settore dell’edilizia composto principalmente da micro imprese.Ma ipotizziamo anche di riuscirci, il resto del mondo che fa? Osserva con le mani dietro la schiena il nostro mega folle cantiere?!

Personalmente confido in una riforma strutturale, pianificata nel tempo, che permetta, non solo all’Italia ma a tutti i Paesi, di programmare le adeguate risorse e creare gli strumenti semplici e corretti per fare un buon lavoro e non la solita “sveltina”, utile solo in apparenza a lavare le coscienze dei burocrati.

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