Miglior qualità di vita per chi li abita ed emozioni per chi li ammira
Gli edifici delle nostre città, specialmente quelli realizzati dagli anni ’50 ai primi anni 2000, sono spesso anonimi, monocromatici e senza carattere. Osservandoli possono avere effetti negativi sul nostro benessere psicologico: è ora di generare un’inversione di tendenza.
Quando è stata l’ultima volta che camminando lungo la strada di una città e guardando gli edifici esistenti hai provato un’emozione positiva o sei rimasto stupito? In molte situazioni gli edifici moderni sono diventati noiosi: piatti, con geometrie scontate e ripetute copia incolla, sono anonimi, privi di carattere e senz’anima. Nella migliore delle ipotesi, non suscitano nessuna emozione, ma nella peggiore, possono avere un impatto negativo sulla nostra salute mentale e incidere anche sullo stress fisico.
Nel 1984 Roger Ulrich, noto architetto e ricercatore che si occupava di design in ambito sanitario, ha condotto uno studio all’avanguardia che dimostrava come una stanza con una vista sulla natura accelerasse il recupero post-operatorio dei pazienti. Oggi abbiamo a disposizione molte più prove che dimostrano le ripercussioni negative di una progettazione non adeguata, che secondo gli studi può causare stress mentale, malessere e anche reazioni violente della persona.
Tra meno di vent’anni la maggior parte delle persone si concentrerà nelle città, la vita di molti di noi graviterà nei centri urbani, per poter godere appieno dei servizi, necessari a soddisfare le nostre esigenze quotidiane, risparmiando tempo prezioso, e vivendo con maggior sicurezza.
Vivremo più vicini, ma allo stesso tempo restando fisicamente lontani, i nuovi mezzi di comunicazione stanno rendendo la nostra vita sempre più impersonale e immateriale, saremo super connessi ma soli, se non sapremo restare umani.
In un mondo sempre più veloce, piatto e impersonale, il gioco delle emozioni inizia a diventare pericoloso! Se si perde il filo che ci tiene tutti collegati alla vera essenza della vita, sarà la partenza di un viaggio senza più ritorno; abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo!
Il ruolo dei progettisti è in questo momento fondamentale, la persona deve tornare al centro di ogni nuova iniziativa ed il rispetto per le sue emozioni, delle sue necessità e dei suoi desideri, deve essere il mood di ogni studio di progettazione, che si parli di edifici residenziali o produttivi.
Qualcosa sta già accadendo, il cambiamento si è innescato e l’importanza di realizzare edifici sempre meno energivori, più comodi e intelligenti, è argomento discusso quotidianamente in ogni comparto del settore.
La ricerca del bello nello studio delle linee, delle forme, e nella ricerca dei materiali da miscelare sapientemente, è il ritorno ad un percorso che si ripete e che saprà generare sicuramente nuove emozioni.
Per raggiungere questi obiettivi, è necessario costruire un dialogo, che coinvolga non solo i progettisti e le imprese, ma anche chi ascolta quotidianamente le esigenze e i commenti della gente: agenti immobiliari e arredatori, prime sentinelle sul territorio, capaci di percepire e interpretare il cambiamento.
E’ arrivato il momento di giocare in squadra, il campionato è appena iniziato e, se si vuole salire di categoria, bisogna che tutti si rimettano in discussione, consapevoli dell’importanza del contributo professionale e umano di figure che, se pur di diversa formazione, possono apportare importanti contributi per il successo del progetto complessivo: costruire immobili per creare valore sociale.
RIPORTIAMO LA PERSONA AL CENTRO!

ANDREA LEO
Se ancora non mi conosci, mi presento: mi chiamo Andrea Leo e sono un Consulente Immobiliare. Con la mia agenzia Artekasa Immobiliare ti aiuto a trovare la casa GIUSTA per te a Novara e dintorni evitando i rischi del mercato immobiliare. Vuoi leggere tutte le mie esperienze? Clicca il pulsante qui sotto e leggi la pagina dedicata ‘Chi sono’!