Calato il sipario sul 73° Festival di Sanremo che poche ore fa ha decretato vincitore Marco Mengoni con il brano “Due vite”, la mente di un agente immobiliare porta inevitabilmente ad associare la musica alla casa, per tanti motivi: perché il Festival lo si guarda in famiglia, d’inverno, riscaldati dal tepore delle nostre abitazioni, e perché la casa resta il bene più ambito dalle persone, è il nostro luogo ideale, forse per questo anche il più desiderato e “cantato”.

Artisti italiani e stranieri hanno spesso dedicato le loro composizioni all’ambiente domestico, raccontando momenti di vita vissuta senza citare direttamente la casa in sè, ma facendola percepire come luogo di protezione, di confort, di famiglia in cui rifugiarsi ed essere davvero se stessi.
D’altra parte, come gli amori o le emozioni, la casa riveste un ruolo centrale nella vita quotidiana, quindi è inevitabile che essa entri a far parte di melodie. Che siano ritmate o meno, malinconiche o divertenti, le quattro mura vengono citate da sempre nelle composizioni.

Ne sono un esempio “Una casa in cima al mondo” di Mina o “Erba di casa mia” di Massimo Ranieri, “Questa è la mia casa” di Jovanotti, “Ritorno a casa” Afterhours, “La mia casa” Daniele Silvestri, “Il monolocale” del grande Lucio Battisti, ma anche “Vendo casa” (cantata dai Dik Dik) sempre dello stesso artista, evidentemente legato al tema.
Ci sono poi gli artisti stranieri che hanno spesso adottato direttamente la parola “Home” come titolo: Michael Bublé (il quale ha cantato anche “Bring it on home to me”), Depeche Mode, Simply Red, Nick Jonas, Jorja Smith e altri meno famosi.“Home”, molto semplicemente “Casa”, perché questa parola racchiude già sensazioni, storie, identificazioni, abitudini, rapporti, sentimenti, che non hanno bisogno di ulteriori concetti per essere spiegate.

Leggiamo questa strofa “Sono circondato da milioni di persone / Mi sento ancora solo / Lasciami andare a casa / Oh, mi manchi, lo sai / Lasciami andare a casa” che su note di pianoforte trasmette perfettamente il desiderio di tornare ad essere coccolato dagli affetti che lo attendono.
“Casa” spesso non è un luogo fisico, quello classicamente inteso come le quattro mura, ma casa può essere la città natia, casa può essere la propria nazione di appartenenza, o un luogo spirituale rappresentato dal sentimento che sussiste tra due persone.

Per questo motivo, quando ci troviamo a gestire una compravendita immobiliare, dobbiamo sempre tenere presente che “casa” è un valore più grande di quello che appare sulle carta e come tale merita tutto il nostro rispetto e tatto possibile.
Per noi di Artekasa la parola casa suscita emozioni, accumulate negli anni dalla nostra esperienza intrisa della vita dei nostri clienti, che restano il valore assoluto della nostra azienda.